Antonio ed il “Giorno Zero”

Lo chiamano il giorno “0”, il giorno del trapianto.

Ed è proprio così, tutto viene azzerato e si comincia una nuova vita.

Sono passati oramai 13 anni da quel giorno…..  Tutto inizia nell’estate 2007, con la fidanzata Danila, ora moglie, decidiamo di iscriverci all’AVIS, vogliamo in qualche modo renderci utili.
Ci informiamo, serve sangue, siamo giovani e donando un po’ del nostro, potremmo aiutare qualche persona in difficoltà. Fissiamo quindi l’appuntamento per la prima visita al centro trasfusionale di Lecco.
Il 2 Novembre 2007 facciamo i prelievi del sangue per accertare la nostra idoneità….. quel giorno la mia vita cambierà per sempre.
I miei valori sono sballati e servono accertamenti immediati e specifici!!!!
Fino ad allora conducevo una vita normale, da giovane… serate con gli amici, partite di calcio ed un’idea di sposarmi al più presto.

Vengo catapultato in un vortice

Di colpo mi ritrovo all’ospedale San Raffaele di Milano e in una settimana mi “ribaltano” come un calzino, il mio tempo scandito tra visite, esami e accertamenti.
Tutto questo si trasforma in una sentenza : CITOPENIA REFRATTARIA CON DISPLASIA MULTILINEARE (MIELODISPLASIA).
E’ il primario dell’ematologia, Dott. Fabio Ciceri, a dirmi quello che mi stava succedendo, il mio midollo osseo è stanco, non vuole più produrre. E’ una malattia che colpisce principalmente gli anziani, l’incidenza sui giovani è 3/100000.
Il pensiero di essere abbastanza sfortunato attraversa immediatamente la mia testa, cerco di accantonarlo fin da subito, capisco che non serve chiedersi “ perché proprio a me cercando delle spiegazioni; metabolizzo di essere malato,

serve invece coraggio, determinazione, forza, speranza e pazienza, ma soprattutto un midollo nuovo.

Il Dott. Ciceri ne è sicuro, con il trapianto tornerò alla mia vita. Ho un fratello e una sorella, si cerca la compatibilità. Mio fratello Davide risulta compatibile al  100%, ed è sempre il primario, con il sorriso stampato in faccia, ad annunciarmelo!!

Capirò in seguito il significato del suo sorriso e della fortuna ad avere un fratello compatibile al 100%!!!!

Gli viene chiesto se è disposto a donare una parte di sé per salvarmi… dubbi, paure non si sa con certezza a cosa si va incontro. A breve sarebbe diventato padre per la prima volta, ma lui non batte ciglio, raccoglierà le sue cellule piene di vita e me le donerà!!!
Perderò i capelli, ma non lascio che sia la chemioterapia a farmi la sorpresa. Così qualche giorno prima mi raso a zero e mi presento il 20 Dicembre 2007 davanti all’unità di trapianto con una bottiglia di acqua in mano (al colloquio i medici mi avevano detto di sforzarmi a bere molto) quasi fosse una mia arma di difesa.

Il 27 Dicembre 2007 mio fratello raccoglie le cellule e nel tardo pomeriggio me le infondono!!!

Rimango 25 giorni nella stanza dalle finestre sigillate, dove le lacrime si mescolano alla speranza, il buio si mescola alla luce e la vita si mescola alla morte… sono giorni difficili, duri e impegnativi.

Conosco persone, pazienti, alcuni stanno meglio di me, altri peggio. Ci si trova tutti appesi ad un filo, in bilico… ci si fa coraggio a vicenda, ci si racconta esperienze e ci si promette di ritrovarsi al di fuori.

Alcuni li rivedrò, altri no.

Roberto è una persona con cui stringo amicizia, conosco la sua famiglia e per un paio d’anni ci frequentiamo, poi purtroppo la malattia vince e ci lascia… il pensiero mi porta ancora l’amaro in bocca, ma così è la vita e cerco, in qualche modo, di farmene una ragione….

Ho affrontato la malattia a muso duro, guardandola in faccia. Anni di sport, anche se solo a livello amatoriale, mi sono tornati utili, determinazione, costanza, sacrificio e coraggio. Utilizzo tutte le mie capacità per affrontare la salita più ardua e dura e come quando correvo, di tanto in tanto, alzo lo sguardo per assicurarmi che la vetta sia ancora ben visibile… non posso dire che è una passeggiata, ma si può fare.
Mi ci vogliono 2 anni, tra alti e bassi, per stabilizzarmi, poi la vita ricomincia. Con il tempo mi iscriverò e concluderò con soddisfazione alcune gare di corsa in montagna.
In tutto questo percorso non sono mai da solo. Ci sono loro, i miei famigliari che mi sorreggono e mi stanno vicini. A loro purtroppo però tocca la parte peggiore di tutto questo, a loro tocca piangere di nascosto, in silenzio e soffrono impotenti nel vederti soffrire.

L’idea, con Danila, di sposarci diventa realtà, il 2 Maggio 2009 pronunciamo “SI” davanti a molte persone!!!
E poi arrivano le emozioni forti, quelle che ti riempiono il cuore di felicità, quelle che oggi occupano gran parte del nostro tempo.
Durante il ricovero, vedevo dalla finestra della mia stanza, la costruzione della statua dell’arcangelo Raffaele, mi ripetevo che se avessi avuto un figlio, l’avrei chiamato così…. E così fu….
Nel 2010 nasce Raffaele, in modo naturale, senza dover ricorrere al mio seme crioconservato (congelato) prima delle cure…. nel 2014 arriva Nicolò e nel 2017 si presenta Arianna.

..sono vivo!

Tutto questo mi ha cambiato e mi ha insegnato molte cose.

Ho imparato che perdere un amico fa più male di un pugno in faccia, ho imparato che il denaro non compra la salute, ho imparato che la vera felicità è racchiusa nei piccoli gesti quotidiani ed ho imparato che aiutare una persona è il modo migliore per misurare il coraggio….

Con la moglie cerchiamo, per quanto ci sia possibile, con i figli piccoli e gli impegni lavorativi, di diffondere il messaggio del l’importanza della donazione di midollo osseo.
Adesso che sono passati un po’ di anni, posso dirlo con fermezza che donare il midollo osseo  è una procedura con dei rischi minimi e calcolati. Non che non ci siano ma si annullano davanti alla possibilità di salvare una vita.
Sono malattie “ bastarde” che colpiscono senza far distinzione: sportivi e non, bambini e adulti, maschi e femmine.
Da qualche parte nel mondo esiste un nostro “fratello”  genetico, basterebbe veramente poco per salvare  una vita….

Da qualche anno faccio parte della “MITICA” ( ed ho rimesso le scarpe da calcio) NAZIONALE  RAGAZZI GUARITI DALLA LEUCEMIA, un gruppo di persone guarite, ma anche di sostenitori e donatori che gira l’Italia diffondendo speranza di guarigione e cercando di sensibilizzare sulla donazione.

Faccio tutto questo perché mio fratello me lo ha permesso… IL TRAPIANTO E’ VITA  !!!!!

Mi chiamo Antonio, ho 46 anni e questa è la mia storia.

 

Antonio non è il solo… molti altri hanno ricevuto o donato il midollo osseo, leggi le loro storie!

STORIE (DI VITA)

 

Antonio con Danila Raffaele Nicolò & Arianna