Diana ed il regalo di Natale

Correva il lontano 2006…sono a lezione di ematologia e la lezione verteva sui trapianti di midollo osseo.

Nasce spontaneamente la domanda, ma cosa posso fare, come posso donare il mio midollo.

Beh, sembrava dovessi scalare le montagne per poter dare il mio contributi. Invece è stato più semplice del previsto.
Finita la lezione, esco dall’aula e mi reco a passo spedito nell’unità operativa sede ADMO presso il San Raffaele di Milano. Ho dovuto fare poca strada, ma anche se avessi dovuto attraversare l’Oceano a nuoto lo avrei fatto.
Vengo accolta a braccia aperte, e in men che non si dica mi ritrovo a parlare con la dottoressa che mi illustra tutto ciò che c’è da sapere sul trapianto di midollo osseo.

Mi colpì una frase: “ti ringraziamo per il gesto nobile, ma ricorda che purtroppo solo 1 su 100000 è compatibile”.

Mi attraversa un brivido lungo la schiena e sento il cuore pesante. Aderisco come donatore ed esco dal padiglione direzione casa. Quella frase continua a rimbombarmi nel cervello.
Chissà se mai avrei potuto dare il mio contributo.
Trascorrono gli anni, il telefono non squilla mai. Porto sempre con me il tesserino di donatore ADMO, chissà, forse come portafortuna…

E’ settembre di qualche anno dopo, l’estate è voltata via, fuori fa ancora caldo. Oggi finalmente sono a casa di riposo, dopo. Vago per casa, cercando di organizzare nella mia testa cosa e come occupare la giornata ….
Sono le 9.30 il telefono squilla….ecco lo sapevo, mi staranno chiamando per andare a lavoro…rispondo titubante: “Pronto….”

“Buongiorno, parliamo con la Sig.ra Diana Pugliese?”
“Sì, chi è?”
“Siamo il centro ADMO del San Raffaele, volevamo chiederle se è ancora intenzionata a donare il midollo osseo”
“Si, perché?” (pensavo stessero facendo una sorta di pulizia della banca dati

“Il suo nome si è illuminato nella banca dati..

Necessitiamo di fare ulteriori controlli per capire se è compatibile con un paziente in attesa di trapianto di midollo osseo. Quando potrebbe venire”
“Mi dia il tempo di fare una doccia e tempo 30 minuti sono da voi”.
Mi affretto a lavarmi, mi infilo la prima tuta che trovo sottomano. Metto in moto e mi lancio in autostrada direzione ospedale San Raffale.
Corro su per le scale, arrivo senza neanche un briciolo di fiato.
Mi stavano aspettando, vado a fare dei prelievi del sangue….
E ora cosa succede? Dobbiamo analizzare il tutto e le faremo sapere tra massimo 24 ore.
Una giornata interminabile, le ore non passavano più, il telefono non squilla….vado a letto con un peso sullo stomaco ma tanta speranza nel cuore.
Ore 10.00 del giorno dopo, il telefono squilla….. Sono compatibile solo per 7 loci su 10 e fortunatamente hanno trovato un donatore che è compatibile 8 loci su 10.
Niente, sfumato tutto. Le settimane trascorrono, siamo a dicembre. Le giornate si sono accorciate, nell’aria c’è una sorta di magia.
Il Natale si sta avvicinando.
Squilla il telefono, mi compare ADMO (da piccolo genio avevo memorizzato il numero).
“Sig.ra Pugliese, qui nuovamente l’ADMO. La informiamo che il suo nome lampeggia nuovamente”
Cos’è uno scherzo? Ditemi che non sto sognando. Non fa in tempo a chiedermi quando sarei potuta andare che le dico “Se arrivo tra circa 20 minuti può andare bene?”.
“La aspettiamo con ansia”
Stessa scena di settembre entro trafilata i unità operativa.
So già quale sono gli step da seguire. ……..
Passano le ore, e continuo a fissare quel telefono. Mi rendo conto che oramai parlo con il telefono e continuo a ripetergli “dai forza, squilla….”. E come per magia il telefono squilla.
“Buongiorno, qui l’ADMO”, tremo al solo pensiero che mi dicano che non sono compatibile…
“la informiamo che è compatibile con 9 loci su 10 e lei è il candidato donatore”
Come? Scusi? Non è uno scherzo vero?” NO non è uno scherzo è pura realtà.
Il giorno dopo ero già in ospedale per tutti gli accertamenti…. Eco addome, prelievi del sangue, RX torace… insomma mi hanno rivoltata come un calzino.
Inizia così il vero percorso che mi ha portato a donare il mio midollo osseo….

Non potevo fare regalo migliore.

So che il ricevente, un ragazzo di 50 anni, sta bene, e ha potuto riprendere in mano la sua Vita.

ADMO non è solo speranza di vita, è VITA.

Onorata di aver potuto donare, e se potessi lo rifarei.

Diana

Diana non è la sola ad aver raccontato la Sua storia, puoi trovare le altre QUI