#La Storia Più Bella

Noemi (il sorriso contro il demone)

997″Mi chiamo Noemi, ho 22 anni e vivo a Vizzini, un piccolo paese della Sicilia Orientale.
Come ogni ragazza della mia età, vivevo la mia gioventù con entusiasmo, allegria e spensieratezza .

I miei sogni si trovavano al sicuro dentro al mio cuore,

al riparo dai giudizi e dalle fragilità dell‘essere umano, quando, improvvisamente, alzando gli occhi, mi accorsi che il cielo era diventato cupo e oscuro, a tratti spettrale, e quel profumo pieno di armonia si dissolveva in quella profonda oscurità che non prometteva nulla di buono.
Dopo diverse visite specialistiche e analisi varie, necessarie per approfondire le precarie condizioni di salute in cui versavo, arrivò la diagnosi: Linfoma di Hodgkin. Il nemico indesiderato si era accomodato dentro di me e le sue intenzioni non sposavano i miei programmi. Ingerito quel boccone amaro, iniziai, come da protocollo, diversi cicli di chemio ma il mio (non) amato ospite era cocciuto e testardo, non accettava la sconfitta, così andammo avanti cambiando tipo di terapia e sostituendola con farmaci biologici e anticorpi monoclonali, per poi provare l‘autotrapianto di cellule staminali.

Il mio Nemico cresceva e il suo peso diventava sempre più ingombrante;

il mio spirito, nonostante l‘affetto di tutti e la professionalità degli Angeli che mi hanno supportata, era sempre più fragile… le cure continuavano a non funzionare.
Digerire e accettare una situazione del genere non è stato facile, questa era la realtà, e l‘unica via da percorrere per potermi aggrappare al treno della vita si chiamava trapianto di midollo osseo.
Stare chiusa in una stanza di ospedale, guardando pareti e soffitto per 45 giorni senza poter vedere nessuno è stato un incubo! Sentire l’odore nauseante del disinfettante e non poter aprire nemmeno una finestra per respirare aria pulita è a dir poco angosciante!
Ogni giorno ascoltavo con attenzione il parere dei medici e degli infermieri che mi seguivano ma la musica che accompagnava ogni singolo istante delle mie giornate era piena di tristezza, i lamenti dei miei compagni di viaggio risuonavano come boomerang in quegli spazi che urlavano la vita.
Una telecamera fissa riprendeva ogni singolo secondo, ogni minimo gesto, ogni battito di ciglia; mi sentivo morire dentro, come chiusa in una bolla fuori dal mondo.

Io urlavo ma nessuno mi sentiva.121

Alzarsi dal letto ogni due ore perché dovevano visionare i parametri… una penitenza; andare in bagno da sola mentre vomitavo o avevo dolori atroci… un incubo; angosciante vedere tua mamma in videochiamata e sentire la sua voce tremante; ingiusto guardarla in faccia e vedere i suoi occhi pieni di lacrime perché in quel momento non può aiutarti.  Fisicamente sono provata, ma la cosa essenziale è stare bene mentalmente e reagire ad ogni ostacolo, ed è esattamente quello che io ho fatto.

Non ho mai smesso di sorridere, sono sempre stata una guerriera e continuerò ad esserlo.

Non ho mai smesso di lottare e combattere contro questo maledetto Demone e non smetterò mai.

Quando ero in ospedale, con la mente viaggiavo e speravo tutti i giorni di essere dimessa al più presto, così da poter riprendere la mia vita. Non mi sono mai fermata davanti ad un problema, ho sempre affrontato tutto con forza, tenacia e coraggio.
Non fermatevi mai davanti agli ostacoli perché la vita è piena di insidie, andate avanti e pensate sempre che in fondo al tunnel c’è la luce.
È bello svegliarsi pensando di dover andare oltre, ponendosi nuovi obiettivi e sfide, cercando nuovi tramonti e nuovi orizzonti.
La vita è una e non possiamo perdere tempo a sprecarla.
Vivete, amate e aiutate.
Con un piccolo gesto si può salvare una vita! Donate… e quando lo farete, sono sicura che vi sentirete delle persone migliori.

Un abbraccio virtuale
Noemi”

QUI puoi leggere la lettera che Noemi ha scritto al suo donatore. Puoi trovare altre storie di donatori o di riceventi nella sezione #LA STORIA PIÙ BELLA

la storia di Noemi, come quella di altre persone colpite dal linfoma di Hodgkin è raccontata nel libro “Ne abbiamo pieni i linfonodi”

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